“Genova (le persiane sono verdi)” è una di quelle canzoni, e a dire il vero non era neanche un primo ascolto. Avevo già apprezzato oramai oltre un anno fa l’album d’esordio “Appena sveglia” di Chiara Dello Iacovo, avevo fatto il tifo per lei a Sanremo 2016, e ancora di più al Tenco dello stesso anno.
“Si prende di nuovo il binario
fatto di ferro e di sole,
cerco smarrita nei vetri del treno
il riflesso migliore di me”
L’incipit ci colloca subito in uno spazio-tempo ben definito. E’ il tema del viaggio in treno, le immagini che scorrono dal vetro del finestrino, e il riflesso di sé che va a immergersi e confondersi con lo scenario esterno: è l’effetto magico e ipnotico delle immagini in sovrimpressione, forse è proprio per questo che durante un banale viaggio in treno diventiamo così riflessivi e sognatori. E’ stato d’ispirazione per tanti autori, mi viene in mente ad esempio Ninni di Roberto Vecchioni. Così è stato probabilmente anche per Chiara Dello Iacovo, passando in treno nei pressi di Genova. Ma lei non si immerge tra i vicoli della città vecchia o fra le banchine del porto, non c’entra niente quindi con Paolo Conte o con De Andrè. Lei si concentra su quelle lunghe file di case con le persiane verdi, che puoi vedere dalla ferrovia, o anche dall’autostrada, quando quelle case quasi ti sembra di arrivare a toccarle.
Le persiane verdi “sono scudi di legno per donne vissute da sole”, sono “schiaffi di legno duri a spalancare se in strada tra la folla non hai un viso da cercare”; i muri di Genova sono “affaticati”, e anche tutte quelle porte sembrano stentare a star su. Il doppio piano narrativo “in sovrimpressione” anche per l’effetto del finestrino è un susseguirsi di immagini così intense che quasi verrebbe voglia di chiederle la carta di identità a Chiara, perché si stenta a credere che una tale forza poetica possa arrivare da una ragazza di vent’anni. E in effetti lo dice lei stessa nel video live che posto qui sotto, forse questa canzone l’ha scritta il vecchietto di 200 anni che è in lei.
Questa versione live scovata su Youtube restituisce l’immagine di una performer poliedrica, che canta e suona benissimo. Nei suoi live suona la chitarra, il pianoforte e il basso, e si muove sul palco con grande carisma e personalità, perfettamente a suo agio anche senza band, con la sua chitarra acustica o l'inseparabile Nord Stage 2, parla e interagisce con il pubblico, cura scenografie e costumi.
E’ ora di dare il giusto risalto al ridente sottobosco della nuova musica d’autore italiana. Tutto sembra in apparenza fermo da anni, eppure una miriade di giovani bravissimi sono lì, pronti a emozionarci e a farci sognare. Il problema è che per conoscerli ci vuole l’impegno di un cercatore d’oro. Se ricevessero la giusta e legittima attenzione da parte dei media e dei canali più popolari di diffusione della musica forse non saremmo più costretti a rimpiangere in continuazione le grandi glorie del passato.
1 commento:
E bravo (e brava anche lei)
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