venerdì 28 gennaio 2022

Ricordati di me - Antonello Venditti e Francesco De Gregori

Antonello Venditti negli anni '80, con "Sotto il segno dei pesci" che fa un po' da spartiacque, prende la strada del pop, e l'operazione va perfettamente in porto, perché ogni suo album di quel periodo, e anche nel decennio a seguire, diventa un successo straordinario.

Il discorso vale soprattutto per "In questo mondo di ladri". Anno 1988, a due anni dal successo di "Venditti e segreti", il cantautore romano se ne esce con un album dal titolo "populista" come si direbbe oggi, che capta i crescenti malumori nazionali, quello stesso malcontento che culminerà con i fatti di Tangentopoli qualche anno dopo. Eppure in quell'album, a parte la title-track, sono i sentimenti a comandare, in continuità con quel Venditti che da un po' aveva abbandonato l'impegno politico degli esordi.

La prima traccia dell'album è "Ricordati di me", una ballata romantica che narra attraverso immagini potentemente evocative la nostalgia e il rammarico per una relazione finita. Si tratta di una traccia semplice, essenziale, musicalmente scandita da momenti ben definiti, che restano facilmente impressi anche al primo ascolto, come quel ricorrente "e non c'è sesso senza amore", o il climax in cui lui invita lei a ricordare, perché "il tempo lentamente si consuma".

Poi sul finale ecco che irrompe il sax, una specie di firma stilistica di Venditti, sin dai tempi di Modena, complice allora quel geniaccio di Gato Barbieri. Quel solo di sax ha la qualità di dire tutto ciò che non dice il testo, ti trascina via e ti porta chissà dove, forse proprio in quella città al di là del mare, dove gli uomini sanno già volare. Già, le note di quel solo citano abbastanza esplicitamente l'incipit di "After the love has gone" degli Earth, Wind and Fire, ma che c'è di male se un musicista riprende una melodia del passato per una rielaborazione funzionale al suo stile? 

Ecco, oggi, anno 2022, Venditti ripubblica la canzone, stavolta in duo con Francesco De Gregori. Insomma, non un incontro casuale, ma una combinazione storica, che riporta entrambi alle loro origini, a quel Theorius Campus con il quale i due cantautori si fecero conoscere, nel 1972, al grande pubblico.
Non è raro sentir parlare di De Gregori come un grande autore ma mediocre interprete. Se si ascolta questa canzone (o in alternativa, ascoltiamoci Diamante, anche questa recentemente pubblicata in una inedita collaborazione tra De Gregori, Gianna Nannini e Zucchero) ci si rende conto che Francesco è anche un grande interprete, perché in quelle 3 strofe in cui mette la sua voce la canzone risulta addirittura rivalorizzata. Arriva poi il tocco di classe: sul finale, prima dell'immancabile solo di sax, appare un'improvvisazione con l'armonica. Sembra quasi un'assurdità, ma quell'armonica se la gioca veramente ad armi pari con il sax, un dettaglio che fa di questa nuova versione di "Ricordati di me" una perla discografica di grande valore.


Personalmente adoro il Venditti degli anni '70, quello più sperimentale, la cui innovatività è paragonabile a pochissimi altri, ai due Lucio, Battisti e Dalla, per esempio. Eppure riconosco alla sua intera carriera la sincerità e la coerenza, che poi probabilmente sono stati gli ingredienti principali del suo successo oramai quarantennale.

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