Poche parole, a impressionare in ordine sparso dubbi, incertezze, sentimenti e delusioni, e su tutto il graffiante sax di Gato Barbieri, che "dice" tutto ciò che non viene detto esplicitamente nel testo.
Questa è "Modena", capolavoro di Antonello Venditti del 1979, una specie di inno generazionale al contrario, che nell'evocativa descrizione di un Festival dell'Unità a Modena immortala la crisi delle ideologie politiche degli anni '70 e il senso di spaesamento di una generazione che, come disse Giorgio Gaber qualche anno più tardi, "aveva perso" ("La mia generazione ha perso" - 2001).
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