martedì 2 gennaio 2018

"Sempre senza parole", di Luca Carocci

Probabilmente le esperienze di vita maturate in 15 anni in giro per il mondo hanno dato tanto al cantautore romano Luca Carocci, almeno a giudicare dai suoi due album, e in particolare dal più recente "Missili e somari" del 2016.
Si tratta di una produzione in qualche modo "corale", frutto di tante collaborazioni, a cominciare da Pietro Sermonti, in un'inedita veste di produttore discografico; poi ci sono Bianco, Margherita Vicario, Filippo Gatti, Roberto Angelini, Francesco Forni, insomma, una selezione di tanti bei nomi che raccontano il meglio della nostra discografia degli ultimi anni.
Su tutto domina la lucente personalità artistica di Luca Carocci, eccellente autore e interprete, sia nella parte musicale che nei testi.
Durante il 2017 penso di aver ascoltato l'intero album centinaia di volte, scoprendo di tanto in tanto nuove sfaccettature e nuovi spunti. Mi piace la ricchezza sonora, guidata dalla chitarra sempre protagonista, mi piace l'uso dei controcanti (spesso affidati alla dolcissima vocalità di Margherita Vicario), lo stile chitarristico un po' alla Ben Harper (uno dei punti di riferimento di Luca Carocci). 
Ho scelto di pubblicare "Sempre senza parole", ballata malinconica sul bisogno di stare insieme, di tenersi vicini, di condividere, una vera perla, da pelle d'oca a ogni ascolto, a mio parere una delle più belle canzoni degli ultimi anni.
Anche Luca Carocci rientra in quella cerchia di nomi che meriterebbero molta più visibilità, perché quando lo fai ascoltare in giro rimangono tutti stupiti che tanta bellezza rimanga nascosta.



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