Musicalmente, due temi si alternano, in un perpetuo crescendo, inizialmente scandito dalla ruvida voce dell'avvocato, per poi lasciare spazio alla singolare sovrapposizione timbrica tra fiati e fisarmonica e a una ritmica incalzante e sugli ottavi. Il gioco ricorda in qualche modo l'andamento ipnotico e circolare del Bolero di Ravel o, con un po' d'introspezione in più, le rotanti danze mistiche dei dervisci. Tutto acquisisce un senso proprio grazie alla singolare guida offerta dal breve testo: in Max protagonista è il "mistero", e la musica ha carattere rivelatore, specialmente se nella congeniale forma della danza, perché è bene ricordare che sin dalle società primitive la rappresentazione del sacro è affidata alla danza rituale. Tutto questo è jazz, puramente interpretato da colui che di sé disse: "Io? Né poeta né cantautore. Semplicemente un jazzista in casa d'altri".
Max è la traccia numero 6 dell'album "Aguaplano" del 1987, un doppio composto di ben 21 tracce.
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1 commento:
Grazie per il commento che è stato molto utile per me !
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