"Less is more", verrebbe da dire: "Quattro" è il quarto album del cantautore torinese Alberto Bianco, e la semplicità del titolo si specchia perfettamente con l'essenzialità generale dell'intero lavoro.
In "Quattro" c'è tanta musica, tanta buona musica suonata da un affiatato gruppo che insieme allo stesso Bianco ha seguito Niccolò Fabi per molto tempo in tour, e registrata in una stanza di 200 metri quadri, che dona all'album una sonorità suggestiva che un ascoltatore attento non può non percepire.
Niente ricerca di effetti e trovate speciali, poco "indie", e quasi per niente (e per fortuna) al passo coi tempi: dominano i colori del pop, che di tanto in tanto nelle varie tracce si mischiano ad altre tonalità sonore, dal punk al rock al funky.
Bianco nel suo quarto album si racconta, e nel suo racconto ci si riconosce, quel "Chi sono io?" ricorre spesso nella traccia di apertura "30 40 50", e traccia dopo traccia si susseguono tante diverse risposte a quella domanda, in tutte le storie che prendono vita all'interno delle canzoni, dove troviamo i ricordi degli anni '90, la Fiat e la città di Torino, così come i vecchi tetti di Ortigia, e le amicizie, gli affetti perduti, i cambiamenti repentini a cui ci sottopone la vita. Così Bianco a 34 anni e già con una discreta carriera alle spalle sembra voler mettere le mani a una specie di bilancio generazionale.
L'album si chiude con la stupenda "Organo Amante", traccia in cui i tempi si dilatano fino a raggiungere la durata di 10 minuti, registrati in presa diretta e immortalati nell'emozionante videoclip della canzone.
"E si riparte dal via
ora che sono grande
rimango per ore in silenzio
annaffiando un giardino di note"