lunedì 18 dicembre 2017

Chi avrei portato a Sanremo Giovani 2018


Pur comprendendo le logiche che guidano le scelte della discografia e dello show business, continuo a rimanere dubbioso sul metodo con cui vengono selezionati i partecipanti della categoria Giovani al Festival di Sanremo.
Provo così a immaginare, per gioco, la mia versione del Sanremo Giovani 2018. Personalmente conserverei due posti nella manifestazione alla selezione di "Area Sanremo", per due artisti realmente esordienti e senza etichetta. A questi aggiungerei altri 8 partecipanti, che dovrebbero essere selezionati dalla direzione artistica in base a determinati criteri senza chiamare in causa giurie televisive e televoti, per un totale di 10 cantanti in gara a febbraio. I miei 8 sarebbero:

- Mirkoeilcane: su questo sono d'accordo con la selezione ufficiale. A mio parere un posto gli spetta di diritto, perché Mirkoeilcane ha vinto Musicultura, che è ancora la manifestazione più importante nel panorama della canzone d'autore emergente.

- Ultimo: anche in questo caso, sono d'accordo con la selezione di Sarà Sanremo 2018. Ultimo ha vinto l'edizione 2016 del festival rap One Shot Game organizzato annualmente dall'etichetta indipendente Honiro, tra le più prestigiose nell'ambito del rap, hip hop e R&B italiano.

- Roberta Giallo: oramai da tempo se ne parla come un astro nascente nella canzone d'autore italiana. Il suo album "L'oscurità di Guillaume" ha ottenuto consensi unanimi da parte della critica. Fino a poche settimane fa avrei scommesso sulla sua partecipazione al Festival di Sanremo.

- Giancane: autore completamente fuori dagli schemi, irriverente, comunicatore e provocatore, seguitissimo dai suoi fan sempre più numerosi. Il suo ultimo album "Ansia e disagio" appena uscito mostra in modo incontestabile il valore dell'artista che meriterebbe di conquistare maggiore popolarità.

- Eugenio in Via di Gioia: ritengo questa band una delle grandi rivelazioni degli ultimi 5 anni. Sono giovanissimi e continuano a crescere album dopo album, l'ultimo "Tutti su per terra" è un concentrato di ottime idee musicali e di eccellenti testi.

- Gomma: semplicemente un po' di sano rock, per una band giovane, incazzata e orgogliosamente vintage. Da ascoltare l'ultimo EP "Vacanza".

- Luca Carocci: tanta esperienza, musicale, poetica e di vita, fanno di questo cantautore romano un raffinatissimo cantastorie, sulle tracce di De Gregori, ma con grande originalità. Da ascoltare tutto d'un fiato l'ultimo album del 2016 "Missili e somari".

- Mimosa Campironi: lei è un'artista poliedrica, tra teatro, cinema, tv e musica. Il suo album "La terza guerra" è datato 2015, lo ascolto ancora spesso e ogni volta vi trovo qualcosa di geniale, sia a livello musicale che poetico.

lunedì 4 dicembre 2017

Maddalena di Alessandro Mannarino

"Io sono profondamente e coscienziosamente ateo, e non ho nessun tipo di problema religioso. Anzi, attribuirmi una tranquillità spirituale di tipo religioso è innanzitutto non capirmi, e poi offendermi. Non è Dio che mi interessa, ma gli uomini". La citazione è tratta da un'intervista al regista surrealista spagnolo Luis Bunuel, orgoglisamente ateo quindi, ma allo stesso tempo uno dei più acuti indagatori contemporanei della spiritualità cristiana, tanto che la sua filmografia è stata per decenni nel catalogo delle edizioni San Paolo.
Può sembrare strano, quasi audace, ma scorrendo l'intera discografia di Alessandro Mannarino ho trovato quello stesso costante richiamo al religioso.
Ne è un clamoroso esempio la canzone "Maddalena", dall'album "Supersantos".
Mannarino prende dal Nuovo Testamento due fra i personaggi più emblematici, Giuda e Maddalena, simbolici rappresentanti degli istinti umani, e costruisce su di loro una storia d'amore, scorrendo con leggerezza sui toni del grottesco ma in realtà compiendo una profonda speculazione filosofica e antropologica (sarà una fissazione ma una costruzione del genere mi ricorda veramente tanto il Bunuel de "La Via Lattea").
Mannarino, con la sua laurea in Antropologia, lo sa bene: per conoscere l'umanità bisogna saper indagare nel mito, nelle rappresentazioni arcaiche, nella spiritualità e nel rito; e questo è un filo logico che si può seguire in tutta la sua evoluzione artistica, dal "Bar della rabbia", l'album d'esordio più immediato e diretto, al più recente "Apriti cielo", dove timidamente compare anche la ricerca etnomusicologica.