Il fatto è che la potenza di quel progetto del 1972, nato in modo quasi del tutto casuale secondo il racconto dei due protagonisti Francesco De Gregori e Antonello Venditti, ha provocato un'onda d'urto che non si è ancora pienamente esaurita.
In "Theorius Campus" i due autori si distaccano dalle pesanti influenze ideologiche e musicali del periodo, in cui erano comunque cresciuti anche con l'esperienza del Folkstudio (l'invettiva di "Sora Rosa" per esempio è un lascito di quel periodo), per dare vita a qualcosa di completamente nuovo, supportati dall'etichetta "Apollo" di Edoardo Vianello e Franco Califano, e abbondo di grassetti perché dovremmo sempre tenere a mente l'importanza di questi due nomi nella storia della musica italiana, a prescindere dai Watussi.
Per avere un'idea della modernità e universalità di questo album è sufficiente ascoltare un brano come "La cantina", scritta, suonata e cantata da Antonello Venditti, per farsi trascinare nell'intimità di questo racconto di passione e desiderio che culmina nel falsetto del ritornello "Sono qui vicino a te, sono qui e non ti lascio".